associazione culturale geronimo carbonò
Nell’agosto 2011 abbiamo fondato l’Associazione Culturale “Geronimo Carbonò”, con sede a Viola, nelle Alpi Liguri della Provincia di Cuneo. Costituita da professionisti impegnati soprattutto negli ambiti dell’audiovisivo e della ricerca sociale, l’Associazione ha realizzato numerosi cortometraggi e documentari premiati presso festival nazionali e internazionali, con una prospettiva privilegiata verso tematiche inerenti ai processi interculturali, spesso affrontati con l’obiettivo di decostruirne e analizzarne la complessità. Tra i vari progetti, l’Associazione organizza il Castagneto Acustico, evento artistico senza energia elettrica né intermediazione di denaro tra i castagneti secolari della Valle Mongia (CN).
L'antenato
L'Associazione prende il nome di Geronimo Carbonò, la cui vicenda è esplorada attraverso Una nazione da costruire.
Gerolamo Lagomarsino nasce nel 1788 a San Remo. Suo padre è un rispettabile borghese genovese; sua madre ha origini piemontesi. Rimasto orfano di entrambi i genitori, Geronimo trasforma il cognome in "Carbonò" e a 18 anni si avvia "con vascello proprio" verso le Americhe, disposto ad abbracciare la nascente rivoluzione di Simon Bolivar, il Libertador della Gran Colombia.
Raggiunte le coste caraibiche, il giovane Carbonò dedica vent’anni della propria vita alla lotta di liberazione contro l’Armata Spagnola. Tuttavia, con il passare degli anni, appare evidente che il sogno visionario di Simon Bolivar fallisce nella sete di potere delle borghesie locali. La Nueva Granada viene suddivisa in Colombia, Venezuela ed Ecuador, e Bolivar muore dimenticato e incompreso. Nel dicembre 1833 Geronimo Carbonò, mutilato e febbricitante, scrive una lettera-testamento indirizzata al Presidente della giovane Repubblica colombiana, chiedendo una pensione militare che gli consenta di sopravvivere in una dignitosa agonia. La sua lettera non riceverà mai risposta.
Ispirata idealmente a questa storia di utopia, migrazione e sconfitta, l'Associazione si propone di tendere un ponte verso mondi lontani, forse inesistenti.
LA tanaria
Attraverso il documentario "Le Voci del Tanaro", nel 2011 l'Associazione Carbonò ha suggerito l'esistenza della "Tanaria", un'identità geopolitica basata su una rivendicazione territoriale.
La Tanaria nasce da un errore geografico che attribuisce al fiume Po lo status di "fiume più lungo d'Italia" a discapito del Tanaro, a causa di uno "sbaglio storico" commesso dai Romani e ratificato dall'Italia sabauda: nel computo della lunghezza complessiva dei due fiumi, il Tanaro è infatti privato dei 20 km iniziali.
La rivendicazione si ispira al Movimento Situazionista nato proprio nell'alto bacino del Tanaro in seguito al 1968 francese, che individua nell'abolizione della separazione tra "arte" e "vita" lo strumento per ridefinire la realtà. Con lo slogan primordiale "Il Tanaro ce l'ha più lungo" si pone come specchio per svelare il linguaggio utilizzato da altre rivendicazioni territoriali attecchite nel bacino del Tanaro (o del Po) in epoche recenti. Ma soprattutto propone la creazione di uno "stato dell'anima", luogo di incontro per chi lo voglia raggiungere: in seguito alla rivendicazione, la N.A.S.A. ha accolto la proposta del prof. Vincenzo Zappalà e ha battezzato ufficialmente un asteroide "10038Tanaro" ed è nata l'Associazione "Tanaria Liberamente", volta a favorire una diversa percezione del paesaggio naturale e culturale attraversato dal fiume Tanaro.
Lapo Lapin (Lapo Coniglio), presidente della Tanaria
["non sinistra e destra, ma anteriore e posteriore]
con riferimento al fiume Negrone, principale affluente del Tanaro, e al concetto piemontese di "gàbie", "stupido".