ILMURRÁN - MAASAI IN THE ALPS

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43', 2015, Col
Regia e fotografia
Sandro Bozzolo
Sceneggiatura
Leo Lacarne
Francesco Di Meglio
Montaggio e sound design
Marco Lo Baido
Musiche Originali
Ciro Buttari
Graphic concept
Davide Musizzano

Il FILM

Ilmurrán / Enchikunye - DVD
€12.00
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Ilmurrán - il libro
€12.00
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A cura di 
Sandro Bozzolo

Con contributi di
Kepha Ngito
Leo Lacarne
Francesco Di Meglio
Francesca Roatta
Nicola Duberti

Pubblicato da
ScrittoDritto Editore

 
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[ENCHIKUNYE]

Best Doc – 2016 Libero Bizzarri Italian Doc
Best Doc “Torino e le Alpi” – 2015 CinemAmbiente Turin
Best Doc “Vie des hommes” – 2015 Autrans Mountain Film FEST
Special Mention “Feltrinelli” – 2016 FCAAAL Milan
“Professione Documentario” AWARD– 2016 Piemonte Glocal F. F.
Audience Award – 2016 Corto & Fieno Festival
Award “Uno terro uno lengo” 2015 – Centre Prouvençal de Coumboscuro
“Le Alpi” AWARD – 2016 Valsusa Film Festival
Official Selection – 2019 "Sguardi sul territorio" Visual Ethnography Film Festival
OFFICIAL SELECTION – 2016 NUOVIMONDI FILM FESTIVAL
Official Selection – 2016 MIC Género México
Official Selection – 2016 Toronto CommFestival
Official Selection – 2016 AFRIFF Lagos
Official Selection – 2015 Trento Film Fest


Nell’estate 2014, una giovane ragazza Maasai ha raggiunto una pastora piemontese sui pascoli delle Alpi Marittime. Due donne lontanissime tra loro, diverse per colore di pelle, generazione e lingua hanno vissuto una stagione d’alpeggio insieme, condividendo il lavoro, raccontandosi la loro storia, riconoscendosi più vicine.

Le loro voci arrivano da lontano. Silvia si muove tra elementi primordiali, produce il formaggio con gli strumenti dei suoi antenati, ha tramandato la passione a suo figlio come in un rituale. Leah ha impressi a fuoco sulla pelle i simboli di un popolo pastore che ancora sopravvive sugli altipiani del Kenya. L’una e l’altra incarnano culture che oggi si trovano di fronte a scelte decisive, necessarie per la loro sopravvivenza. Ilmurrán significa “guerrieri”, perché la loro è una storia di resistenza.

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In the summer of 2014, a young Maasai girl reached a woman shepherd in the Italian Maritime Alps. Two women from different worlds, in terms of skin, age and language, lived together a season of pastrolism, sharing their job and their stories.

In Maasai, Ilmurrán means “warriors”. It is a term which could be only conjugated in the masculine form. Our project is offering a different interpretation of that word. Leah and Silvia, female warriors, are fighting a battle which is concerning all of us. The role of the woman, the relationship with animals and wild spaces, the struggle of resistance of cultural minorities are the main topics in our project.

lmurràn è il diario di un incontro profondo, di anime e di culture. Una storia distante migliaia di chilometri ma profondamente vicine nel rapporto con la Natura. Nel rapporto con la Vita. Una storia che può arricchire noi cittadini, noi che abbiamo perso, in memoria, l’odore delle montagne,
— Dario Cambiano
Due culture diverse che hanno trovato il modo di accogliersi e, in alcuni momenti, fondersi. Due donne che hanno scelto la propria strada con coraggio e pragmatismo, dimenticando ruoli definiti e sfidando la società. Due storie che riescono a diventare una.
— Antonella Sinopoli

Il libro


Finalista al concorso "Libera Università dell'Autobiografia" - Anghiari (AR) 2015

Relatore alla conferenza The slating gaze / Lo sguardo obliquo - Università di Genova 2015

La pubblicazione di un libro è apparsa necessaria lungo la stagione di riprese.
La condivisione di un’esperienza per tutti inedita, il contesto di alta montagna, la progressiva compenetrazione delle nostre vite con il lavoro di Silvia e Simone e con la vicenda biografica di Leah ne hanno determinato il bisogno.

Nel corso delle riprese questo film è definitivamente uscito dal film, questa storia ha iniziato a essere una storia condivisa, un’esperienza intensa di vita. L’immagine serviva per catturare contenuti impercettibili, contenuti che in qualche modo richiedevano di essere rielaborati nel silenzio notturno di una tenda.

Il libro è il diario di un viaggio durato due anni, che ha portato due perfetti sconosciuti a smuovere energie e burocrazie, a fare incontrare persone per liberare una sensazione di fratellanza intravista in una chiacchierata sospesa nel cielo africano.

Il libro permette inoltre di rendere pubbliche le tante importanti testimonianze raccolte in montagna, che per motivi tecnici sono state escluse dal film.
Emergono così i vari aspetti della vita d’alpeggio e la stretta relazione che c’è tra l’ascolto dell’ambiente e l’aderirvi di una cultura.
In particolare, grazie alla narrazione di due donne emblematiche, emerge una visione della questione femminile secondo aspetti inconsueti.

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