CARS - Carsismo automobilistico nelle alpi liguri

Una mostra di Sandro Bozzolo e Simone Rossi

MOMUC Mondovì - luglio/settembre 2022

Realizzata nell’ambito del progetto ‘D’acqua e di ferro’ 

 

Ciò che è carsico agisce di nascosto e in profondità, manifestandosi solo in seguito, in un futuro indefinito. È un’azione dell’acqua ma anche del tempo: scavando e sciogliendo le rocce, questi due elementi modificano in maniera caratteristica tanto il paesaggio esterno quanto gli stessi corsi ipogei, che si allargano in grotte e pozzi, per poi risorgere alla luce del sole. Le Alpi Liguri, con il massiccio del Marguareis, ospitano uno dei fenomeni carsici d’alta quota più suggestivi d’Europa. Ma il fenomeno carsico non è evidente solo sulla roccia: declinato nel tempo assai più breve dell’uomo, compare nelle tracce lasciate dall’essere umano sul pianeta in cui vive.

Nel secondo Novecento, in pochi, rapidissimi decenni, l’Italia ha perso buona parte del suo patrimonio architettonico, culturale, paesaggistico. Il cosiddetto “boom economico”, che ha trasformato gli abitanti della montagna in operai urbanizzati, in Italia è rappresentato da un elemento sugli altri: l’automobile.
Dalla “Fiat 600” alla “1100”, dalla Bianchina alla 127, l’immaginario degli italiani si è velocemente spostato su un nuovo paradigma, simbolo di indipendenza e velocità, veicolo di un nuovo stile di vita che – nelle intenzioni di quegli anni – avrebbe definitivamente lasciato indietro il ricordo della miseria e delle ristrettezze economiche.

Pochi decenni più tardi, gli scarti della modernità assumono nuove forme. Troppo lenti per le usanze di una cultura contadina abituata a lasciar decomporre intorno a casa quel che più non serve, i rottami dell’epoca andata agiscono di nascosto e in profondità, riportando in luce altre trame. Mentre le borgate alpine si dissolvono in silenzio, mentre le radure e i terrazzamenti ritornano a una condizione di inselvatichimento pre-medievale, i fondovalle soffrONO, nei mesi estivi, di poderosi ingorghi automobilistici. Nei rottami carsici fatti di acqua e di ferro, è possibile leggere un grido d’allarme verso l’individuazione di nuove forme di mobilità e, se possibile, di equilibrio tra essere umano e ambiente.

© Sandro Bozzolo, Simone Rossi